Maladepurazione
da Bonassola
fatti e non parole

tuborotto

Il sindaco di Levanto, Ilario Agata, anziché minacciare (a parole) querele e processi contro i cittadini che denunciavano l’insopportabile puzza proveniente dal mare, come ripetutamente ha fatto prima in consiglio comunale (clicca qui) e poi a mezzo stampa (clicca qui e qui), dovrebbe valutare con attenzione la diversa condotta tenuta dal sindaco di Bonassola Giorgio Bernardin, che mercoledì 21 agosto ha riunito la giunta comunale e (con fatti) ha firmato una delibera, la n. 87/2019 (clicca qui), che inquadra la vicenda depuratore in maniera molto diversa da quella raccontata dal sindaco Agata.

In tale delibera si legge infatti che “in data 17/07/2019 la società ACAM Acque S.p.A. del Gruppo Iren – in qualità di gestore del depuratore intercomunale Levanto-Bonassola – comunicava che la verifica commissionata a  ditta specializzata a seguito dell’avvenuta rilevazione di perdite, aveva evidenziato che l’emissario sottomarino del predetto depuratore (…) risultava danneggiato a circa 50 mt. dalla riva, ad una profondità di circa 16 metri”.

Pertanto, considerato che l’accaduto ha originato un comprensibile stato d’allarme nella popolazione oltre che  un inevitabile  danno all’immagine per il Comune di Bonassola, paese rivierasco a vocazione turistica, basata sulla salubrità dell’ambiente e sulla limpidezza del proprio mare”, l’amministrazione Bernardin ha poi denunciato senza mezzi termini che “l’evento si inquadra in una situazione non soddisfacente – in particolare dal punto di vista visivo – delle condizioni delle acque di balneazione.

Non solo. Aggiungendo un “carico da undici”, ha così concluso: “Al fine di evitare che si ripetano eventi del genere, è intendimento della civica amministrazione provvedere ad individuare le cause e l’entità dei rilevati inconvenienti, i possibili strumenti giuridici utilizzabili nonché le iniziative da assumere per far fronte all’inquinamento del mare causato dallo scarico del depuratore ed altri analoghi inconvenienti”…

Quindi anche l’amministrazione comunale di Bonassola, con atti pubblici e trasparenti, si rivolge a un legale (clicca qui): ma lo fa per tutelare l’immagine del paese e la salute dei cittadini da rotture e/o guasti e/o malfunzionamenti del depuratore. Non per minacciare i cittadini che hanno osato lamentare una situazione che era sotto gli occhi (e soprattutto sotto il naso…) di tutti.

Considerato che il tubo di scarico del depuratore è posizionato in prossimità dello scoglio della “Pevèa”, cioè nel golfo di Levanto, resta da capire se ora il sindaco Agata vorrà denunciare anche il sindaco Bernardin per il fatto di avere firmato prima un’ordinanza con divieto di balneazione il giorno 17 luglio (clicca qui), poi per avere parlato in maniera ufficiale di “inquinamento del mare causato dallo scarico del depuratore”!

Lasciamo ai cittadini giudizi e commenti sul comportamento e sui provvedimenti adottati dalle due amministrazioni: chi con i fatti, chi con le parole. Ci limitiamo solo a osservare che l’intervento in consiglio comunale del sindaco Ilario Agata (che, lo ricordiamo, ha gestito l’intera realizzazione del depuratore di Vallesanta nella veste di presidente della società “Levante Sviluppo”) suonava tanto come una dichiarazione “a futura memoria”. A uso di chi, non si sa bene.

P.S. Il 29 luglio il sindaco Agata, nel suo lungo intervento in consiglio comunale, dopo essere vergognosamente inciampato in una citazione di Goebbels, criminale nazista con milioni di morti sulla coscienza, consigliava tra l’altro la lettura di Carlo Maria Cipolla, luminare di storia dell’economia. Avanziamo l’ipotesi che si riferisse al saggio “Miasmi e umori” (C.M. Cipolla, 1989, edizioni “Il Mulino”) pertinente all’argomento trattato: il depuratore. A nostra volta, con umiltà, consigliamo al primo cittadino di Levanto una attenta rilettura della Costituzione della Repubblica Italiana: in particolare gli articoli 3, 9, 21 e 54.