Il Comune di Levanto è ricco. Anzi ricchissimo. Al punto tale da potersi permettere di pagare oltre tremila euro di parcella (3.151,70 euro, a essere precisi) a un avvocato in cambio di una semplice “lettera di sollecito” per recuperare una rata del mutuo che “Acam Acque” doveva versare all’ente per il depuratore di Vallesanta.
Lo scorso 7 settembre l’amministrazione comunale decide, con la determinazione n. 113/2019 “Impegno di spesa per recupero somme dovute per mancato rimborso rate del mutuo del depuratore intercomunale” (clicca qui), di affidare a uno studio legale spezzino “di procedere con tutte le azioni necessarie per garantire l’integrale recupero delle somme dovute, in via stragiudiziale”. Un’azione drastica, dunque, considerato che nella premessa della determina si legge che: “L’Amministrazione Comunale deve provvedere al recupero degli importi delle rate del mutuo così come riconosciute con determinazione dirigenziale n. 1666 del 28.12.2018 dell’Ato Idrico Est: Provincia della Spezia dovute dal gestore Acam Acque al Comune di Levanto, ai sensi dell’art. 153 del D.Lgs. 152/2006”. E subito dopo viene aggiunto che: “Tali somme sono già state più volte sollecitate al gestore Acam Acque S.p.A”.
Il mutuo a cui si fa riferimento è quello di 1 milione e 600 mila euro contratto dalla società “Levante Sviluppo Spa” con garanzia da parte del Comune di Levanto per la realizzazione dell’impianto di depurazione di Vallesanta. Al termine dei lavori di costruzione, “Levante Sviluppo” ha conferito l’impianto (e i terreni) al Comune di Levanto, che ne ha poi affidato la gestione ad “Acam Acque”.
Per tale necessità viene proposto un avvocato spezzino e questi accetta l’incarico “per un compenso omnicomprensivo di € 3151,70 di cui € 2160,00 per prestazioni, € 99,36 per C.P.A., € 568,34 per IVA 22%, ed € 324,00 per “spese vive”…”.
Un’operazione “normale” per un Comune. E il Secolo XIX ne dà notizia nell’edizione di mercoledì 25 settembre (clicca qui).
La divulgazione della notizia – peraltro pubblicata all’albo pretorio on-line – deve però avere creato qualche problema. E così il Comune di Levanto si affretta a inviare al quotidiano una nota “di spiegazione”, pubblicata sull’edizione di giovedì 26 settembre (clicca qui), dove viene specificato che l’Ufficio servizi finanziari del Comune ha deciso di avvalersi della collaborazione di un avvocato del foro spezzino «per sollecitare il versamento della quota mancante sulla rata del mutuo relativa all’anno 2018. Tutte le rate precedenti sono state pagate; “Acam Acque” ha già fatto sapere che salderanno la somma mancante a breve»…
Una sciocchezza, insomma. Tanto rumore per nulla. Così almeno vorrebbe far creder il Comune di Levanto. Dimenticando che l’italiano non è un’opinione e che la determina n. 113 parla con chiarezza di “integrale recupero delle somme dovute” (al plurale, quindi) e dopo avere specificato che “tali somme sono già state più volte sollecitate al gestore Acam Acque”.
Si presume perciò che l’incarico all’avvocato comporti un’azione legale ben diversa e più sostanziosa di una semplice “lettera di sollecito”!
Ma al di là di questo ennesimo e maldestro tentativo di occultamento della realtà e di mancanza di trasparenza, ci sono domande ben più importanti da porre all’attenzione dei cittadini: a quanti euro ammonta l’importo delle quote non versate e “più volte sollecitate”? Non se ne fa mai cenno… E poi: perché Acam Acque non ha versato le quote “più volte sollecitate”? Non certo per mancanza di liquidità da parte dell’azienda consortile!
E se invece ci fossero ben altri e più gravi problemi nel rapporto tra Comune di Levanto e Acam Acque? Ad esempio sul funzionamento e sulla gestione del depuratore? A pensare male… eccetera eccetera.
Considerato che spendere soldi pubblici (oltre tremila euro) per una semplice lettera di sollecito pare eccessivo, come sempre aspettiamo fiduciosi una risposta o almeno una smentita da parte del sindaco Ilario Agata, accompagnata dalla relativa determina di revoca dell’incarico all’avvocato. Il quale sindaco, giova sempre ricordarlo, è stato presidente di “Levante Sviluppo” e ha quindi gestito in prima persone l’intera operazione depuratore.
P.S. A proposito di Levante Sviluppo: visto che la società è stata posta in liquidazione per chiusura definitiva da oltre un anno, sarebbe dovere del sindaco Agata informare i levantesi su dove siano finiti i 4 milioni di euro incassati dalla stessa Levante Sviluppo a seguito della (s)vendita della ex stazione ferroviaria.