Verso le elezioni / 1
Denunciato il Comitato:
il caso depuratore
finisce in tribunale

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Il sindaco di Levanto l’aveva annunciato prima in consiglio comunale, poi attraverso comunicati e anche sui giornali. E così, nei primi giorni di novembre è stata notificata la citazione in tribunale del Comitato Vallesanta e dei suoi rappresentanti Giacomo Campodonico e Paolo Bertolotto per presunta diffamazione del Comune di Levanto attraverso l’articolo pubblicato sul proprio sito il 18 luglio scorso e aver provocato un conseguente presunto danno di immagine.

Un fatto grave, perché a memoria non si ricorda nella recente storia di Levanto che per affrontare questioni di critica e di cronaca su fatti di pubblico interesse si sia ricorsi a sentenze del tribunale.

La vicenda ha preso avvio a metà dello scorso mese di luglio, quando si sono verificate criticità nello scarico a mare antistante la cosiddetta “spiaggia dei cani” e nel funzionamento del depuratore. Per diritto/dovere di critica e di cronaca il Comitato Vallesanta e numerosi cittadini commentarono sul web l’accaduto. A quel punto il sindaco I.A. minacciò denunce (clicca qui e qui).

I fatti. A seguito della rottura e di perdite della condotta sottomarina, il 17 luglio il sindaco di Bonassola, competente per territorio, firmava un’ordinanza di divieto di balneazione cautelativo (clicca qui). Analisi effettuate nello stesso giorno dall’Arpal davanti alla “spiaggia dei cani” registravano un’alta presenza di escherichia coli (coliformi fecali): 6.600 per 100 ml di acqua, contro il limite massimo di 500 previsto dalla legge (clicca qui). Il 18 luglio il Comitato pubblicava sul proprio sito internet un articolo con video e foto sul liquido marrone che fuoriusciva dalla rottura del tubo di scarico del depuratore (clicca qui). Scarico che, va ancora ricordato, è situato nel territorio comunale di Bonassola: nell’articolo in questione, infatti, non venivano mai citati Levanto, né il suo golfo, né tanto meno il Comune.

Nonostante questo, il 19 luglio il sindaco e la giunta comunale di Levanto emettevano una delibera mirata a perseguire chiunque avesse leso l’immagine del Comune di Levanto (clicca qui), a cui fece seguito il 29 luglio una seduta del Consiglio comunale in cui il sindaco I.A. avrebbe dovuto informare sulla condizione di efficienza del depuratore. Nulla però disse in merito a tutto questo: nell’occasione le informazioni erano riferite soltanto al mandato per citare in giudizio chicchessia (cioè, a caso: il Comitato Vallesanta), ottenendo l’appoggio della minoranza/opposizione (clicca qui).

Il 12 agosto il sindaco I.A. si recava presso la Stazione dei Carabinieri di Levanto per sporgere querela nei confronti dei rappresentanti del Comitato Vallesanta  per i reati di “diffamazione aggravata” e di “pubblicazione di notizie false” nell’articolo del 18 luglio. E Il 10 settembre depositava all’ “Organismo di mediazione” presso il Tribunale di La Spezia la richiesta di mediazione con l’intenzione di agire “(…) per il risarcimento del danno patrimoniale ex art. 2059 c.c. derivante dalla lesione dei diritti della personalità dell’ente pubblico, nella specie diritto all’immagine, cagionata dalla condotta diffamatoria a mezzo Web tenuta dal Comitato Vallesanta e dai suoi rappresentati, (…) pubblicazione del 18.07.2019”.

Il 21 agosto, il sindaco di Bonassola, considerata una situazione non soddisfacente (…) delle condizioni delle acque di balneazione”, con delibera della Giunta comunale n. 87 ad oggetto “Eventi di Inquinamento Marino. Determinazioni”, decideva di “(…) provvedere (…) ad attivare le azioni volte ad individuare le cause e l’entità dei rilevati inconvenienti, (…) nonché le iniziative da assumere per far fronte all’inquinamento del mare causato dallo scarico del depuratore ed altri analoghi inconvenienti (…)”. (clicca qui)

Si è arrivati così all’incontro in camera di mediazione, in cui il Comitato Vallesanta ha reagito chiedendo i danni per l’illegittima citazione (risarcimento del danno da abuso del diritto, articolo 2043 del Codice civile).

Tra il 15 novembre e il 23 gennaio, presso il Tribunale della Spezia, si sono svolte quattro udienze, di cui due senza la presenza del sindaco, impossibilitato per sopraggiunti e inderogabili  “impegni istituzionali”. Per risolvere il contenzioso in corso di mediazione, il sindaco del Comune di Levanto richiedeva un comunicato con scuse e contenuti giudicati irricevibili dal Comitato, il quale ha ritenuto che non fossero dimostrate né la presunta diffamazione né la perfetta efficienza del depuratore nel giorno 17 luglio. E alla richiesta da parte del Comitato di produrre in udienza la documentazione sul regolare funzionamento dell’impianto di depurazione nel suddetto giorno, il sindaco ha opposto un secco rifiuto. Così il tentativo di mediazione si è chiuso il 23 gennaio “con verbale negativo per mancato accordo fra le parti”.

1^ puntata (continua)